Lui & Lei
V. for Desiderio parte 2
di CuriousOutsider
04.01.2025 |
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"Resto sorpreso o meglio, deluso: vorrei tanto di più da lei ma so benissimo che, allo stato attuale, non posso pretendere nulla..."
La serata è finita. L'ultima goccia di pioggia, che mi cade in testa dopo aver parcheggiato l'auto in garage, è come il punto esclamativo a chiusura di tutto quello che è successo. Potrei allentare la presa adesso, potrei rilassarmi e andare a dormire, ma mi concedo ancora un attimo di dolce euforia, giusto il tempo di riavvolgere il nastro nella mia testa e godermi in slow motion i momenti migliori e peggiori delle ultime ore.V. e la sua bellezza dirompente sono i primi preziosi frammenti che mi affiorano in mente. Stasera l'ho adorata, seguita con lo sguardo, lusingata ogni volta che potevo e desiderata. C'è un problema di fondo con lei: quando le sono vicino, mi sento così a mio agio che qualsiasi cosa mi sembra possibile, semplice, divertente.
Potrei tempestarla di battute sceme fino all'alba per farla ridere: non sentirei né la fatica né avrei il timore di esaurire il repertorio di sciocchezze da dire o da fare.
Non serve alcun repertorio con V.. Devi solo guardarla, perderti in un punto indefinito tra i suoi glutei sodi e quelle tette piccole e sbarazzine, e lasciare correre il cervello: l'ispirazione arriva, basta aspettare l'onda giusta.
Poche ora fa, tanto per dirne una, mi sono fatto frustare con la mia cintura nella sala torture del club dove ogni tanto andiamo: non ho la fissa per questo genere di cose, sia chiaro, ma credo che farlo nel contesto giusto possa risultare molto intrigante.
V. e la sua amica, la meravigliosa T. si sono piegate dalle risate. V. quasi aveva timore di farmi male, T. invece ha assestato un paio di colpi rumorosi (ma innocui) che hanno attirato le attenzioni di alcuni curiosi.
Che matte che sono. Le migliori compagne di scorribande notturne che abbia mai avuto.
Proprio sul fermo immagine delle frustrate, ricomincia a piovere molto forte, quindi mi riparo sotto il portico per godermi lo scroscio d'acqua: un’ottima musica di accompagnamento per i miei pensieri ancora piuttosto confusi.
Adesso, nei miei ricordi, V. è davanti a me e sta ballando, da sola. Mi è di spalle e non sa che la sto osservando. O forse sì e si diverte a far finta di nulla. Ci sono diverse donne nelle vicinanze, alcune delle quali vestite in modo molto provocante, ma nessuna ha il suo portamento. Dei leggins cuciti addosso, tacco alto e una maglia bianca con un paio di righe nere orizzontali: quando hai stile e classe da vendere non hai bisogno di chissà cosa per rubare la scena.
T. mi si avvicina e sorride compiaciuta. "Vai da lei e passale il cubetto di ghiaccio dalla tua bocca alla sua come l'altra volta!" mi consiglia. T. è strepitosa: ha una capacità quasi soprannaturale di cogliere le mie emozioni e i miei desideri, ed è solo la seconda volta che mi vede. Avrà presto una corsia preferenziale per navigare nella mia mente, ne sono certo.
Vado da V. che capisce subito le mie intenzioni: sì presta, ma la tira per le lunghe. Non può essere troppo facile e scontato altrimenti diventa meno intenso: il messaggio che mi manda con una semplice occhiata è forte e chiaro.
Gioca con me questa volta: nasconde la sua lingua dietro il ghiaccio, non mi permette di correrle dietro con la mia come vorrei e, quando finalmente ci riesco, si stacca da me.
Resto sorpreso o meglio, deluso: vorrei tanto di più da lei ma so benissimo che, allo stato attuale, non posso pretendere nulla.
Poco dopo, V. e T. si baciano: quando T. cerca e trova i capezzoli dell'amica sotto la maglia bianca, vengo investito da una smania e da un'eccitazione che mi mandano fuori fase per un paio di minuti abbondanti. Quei seni piccoli e perfetti, quei capezzoli così pronunciati in attesa di tante carezze, sarebbero molto a loro agio tra le mie labbra. E lo saranno, prima o poi: non so come e quando ma succederà.
E sarà bellissimo.
Anche stasera non sono mancate le coppie che facevano sesso dentro il club: spettacolo sempre tanto appassionante quanto difficile da gestire.
"Così vicini, non importa quanto lontani" dice in apertura Nothing Else Matter dei Metallica: avere V. a pochi centimetri da me che respira eccitata, che brama di vedere certe posizioni e che magari spera di cogliere la meraviglia di un potente orgasmo femminile, il tutto senza potermi unire a lei e regalarle piacere, è una sofferenza indescrivibile.
La voglio, la voglio davvero tanto e stasera non la avrò. Questa è la verità. Non ci saranno sublimi penetrazioni, sospiri lussuriosi e nemmeno dolci movimenti di bacino che la spingeranno a concedersi. le carni degli altri, accaldate e palpitanti, troveranno la loro strada verso il piacere, le vagine gronderanno di intenso godimento, i cazzi esploderanno liberando tutta la loro selvaggia potenza e le coscienze abbandoneranno i corpi nudi lasciandoli liberi di seguire i propri istinti.
Ma tutto questo, almeno per me, andrà perso nelle ombre di questa notte complicata e fin troppo avara di soddisfazioni.
Con la pioggia, diventata così assordante quasi da non permettermi di sentire il mio io narrante, rivedo il momento più strano di questa nottata: il mio amico, all'uscita dal club, bacia più volte V. come se nulla fosse. Resto impassibile, ci scherzo su e, quando lui le dice "V. stasera mi fai sangue!" rido insieme a T., trovando in lei una preziosa alleata: "è il gioco scemo... smettila di ragionare da non giocatore!" mi trasmette con il superpotere dei suoi grandi occhi verdi.
La cosa non sfugge a V. che, con la sua consueta ironia, mi mette spalle al muro con un disarmante "ma a te non faccio sangue?" a cui stupidamente riesco solo a replicare "tanto...".
Maledetto idiota. Proprio tu che hai sempre la risposta pronta...
Eccoci all'ultimo ricordo della serata. V. ha un tacco che le sta dando dei problemi e per evitare che scivoli sull’asfalto bagnato la tengo sotto braccio fino alla mia macchina. Lei mi sussurra che sono un gentleman, che le piace il mio modo di fare e che mi apprezza per la rilassatezza con cui mi sono mosso dentro il club: T. e il. mio amico nel frattempo ascoltano con interesse, mentre io mi metto alla guida agitato e con ogni centimetro della mia pelle in fiamme.
Fermo l'auto davanti a casa di T., scendo di macchina e, sotto una pioggia leggera ma freddissima, corro ad aprire lo sportello a V. dall'altro lato. Non penso, non pianifico, ormai non serve più a nulla: ho perso la partita che avevo tanto sperato di vincere e, malgrado questo, assecondo un’ultima volta il mio istinto, senza nemmeno sapere perché.
Succede tutto in fretta. Forse troppo in fretta.
Un fulmine che squarcia il cielo nero, lo sportello che si apre, una mossa a sorpresa che elude tutte quelle che potrei mettere in atto io...
Ci baciamo, finalmente. O meglio, V. mi bacia senza esitare, fuori dal contesto del gioco e senza il terzo incomodo del cubetto ghiaccio. Un bacio vero, travolgente, come pochi altri ne ho ricevuti in vita mia.
Dovrei provare tormento, dovrei essere sfinito da quell'alternarsi di alti e bassi emotivi delle ultime tre ore, dovrei essermi già arreso e sentirmi pronto a metterci una pietra sopra.
Invece no.
La pioggia per me è una sorta di battesimo, un bomba di energia che deflagra risvegliandomi dal torpore: sono un eroe che stringe al suo petto la donna che ha cercato per tutta la notte, il cavaliere errante che ha avuto la meglio sui suoi nemici, l'uomo senza tregua che, per un attimo, ha trovato pace dentro di a sé.
La lingua di V. è dolcemente elettrica e le sue labbra morbidissime. Tutto ha un senso adesso: l’attesa infinita, gli istanti in cui tutto sembrava inutile, il fuoco del desiderio che mi ha consumato piano piano.
Dovevo soffrire prima di arrivare a questo, ora mi è chiaro. Se ne rendono conto pure tutte le goccioline d’acqua che mi rigano la fronte scendendomi lungo le guance: se prima non soffri non arriverai mai alla vera gratificazione.
La ricompensa è breve e meravigliosa: l’incantevole bocca di V. mi racconta tante cose di lei: scelte di vita, tristezze, gioie, qualche segreto inconfessabile. Mi arriva tutto diretto come un treno in corsa, potente e inarrestabile: non riesco a cogliere i dettagli ma ne assorbo l’essenza e decido di custodirla in un angolo del mio cervello.
Un tesoro inestimabile che cercherò di decifrare nei prossimi giorni.
La pioggia, il silenzio surreale, gli occhi che mi si chiudono dopo tanto affanno: adesso è tutto perfetto. Tutto definito. Sono in armonia con il mondo come un samurai che osserva i petali dei fiori di pesco sospinti da un caldo vento di primavera.
È finita, non c’è altro che posso chiedere a questa notte così bizzarra.
Il sapore di V. è ancora con me e non mi abbandonerà fino a domani mattina: lei lo sa e di sicuro, prima di addormentarsi, avrà sorriso soddisfatta.
Ci saranno altre occasioni. Un momento alla volta...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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